Appena tornata da Orlando (Florida), dove ho trascorso una settimana tra i parchi più belli del mondo, mi appresto a condividere con voi lettori di TheParks.it alcune considerazioni sulla mia esperienza. No, non parlerò di attrazioni, di cui già diffusamente potete trovare commenti nel nostro forum, mi limiterò ad elencare e descrivere alcuni servizi che molti parchi italiani dovrebbero prendere a modello. Mirabilandia, Gardaland, Movieland, i parchi acquatici, gli zoo... e quant'altro, se confrontati con i parchi oltreoceano, sono carenti di servizi e offerte che potrebbero addirittura portare guadagno allo stesso parco.
Ma andiamo per ordine. Alla luce delle polemiche recentemente sollevate per il trattamento dei disabili nei parchi divertimento occorre partire proprio dalla considerazione dei parchi americani ( e in particolare degli Universal) proprio per le persone portatrici di handicap.
I disabili
Non esistono grosse limitazioni per i disabili negli USA. Nel complesso Universal, infatti, anche le code possono essere percorse dalle carrozzelle. Una volta arrivati in zona carico, quasi tutte le attrazioni (ad eccezione dei roller coaster estremi) sono dotate di appositi sistemi di aggancio della carrozzella, senza nemmeno dover spostare a braccia l'eventuale disabile. E non parlo solo di attrazioni soft come quelle della zona bimbi. Mi riferisco anche ad un family coaster come L'Ippogrifo, dotato di un ultimo vagone totalmente vuoto e adibito a tale scopo, e allo "Squalo" , dove si è comunque sottoposti a forti sollecitazioni; l'ultimo posto a destra è sempre adibito all'aggancio della carrozzella.
L'abitudine di spostarsi con veicoli motorizzati, inoltre, è anche diffusa tra le persone più anziane, che possono godersi in tutta tranquillità e senza sforzi l'immensità di questo complesso ludico, senza mai dover scendere dalla loro "motoretta".
Insomma un parco privo di barriere architettoniche, anche nell'accesso alle attrazioni.
Gli armadietti gratuiti
Chi non si è mai trovato nella situazione di dover lasciare fuori dalle attrazioni dei parchi i propri zainetti contenenti oggetti personali, pranzo al sacco, portafoglio, chiavi. E il dubbio è sempre quello... Li ritroveremo una volta usciti?
Tutti i parchi divertimento italiani ci offrono (sotto lauto compenso) di custodire i nostri bagagli in un deposito custodito, o in armadietti a chiavi. Il risultato di ciò è che, il più delle volte, si finisce col lasciare zaini, frighetti, passeggini, fuori dall'attrazione alla mercè dei primi delinquenti che passano (vedi riferimento a questo articolo Ladri per noia ).
La soluzione ci arriva ancora una volta dagli Universal: fuori da ogni attrazione (in cui non sono ammessi oggetti personali) troviamo armadietti con riconoscimento biometrico (ad impronta). Questi ultimi sono gratuiti per l'intera durata di attesa e per il periodo in cui si è impegnati sul roller coaster o sulla dark ride. Questo avviene sincronizzando perfettamente tempi di attesa con tempi di gratuità dell'armadietto che, a seguito di tale periodo, diviene a pagamento (3 dollari, poi 5 etc.)
Proprio su questo mi sento di riportare un aneddoto riguardante la mia esperienza con gli armadietti in coda ai Dragon Challenge. Io e il mio compagno di viaggio avevamo mezzora per poter completare coda e coaster, prima che scattasse il tariffario del deposito zaini. Una volta in stazione viene cambiato il treno e quindi vengono persi circa 10-15 minuti. All'uscita, una volta spiegato all'addetto che il ritardo non dipendeva da noi, non ci è stato addebitato nulla. Insomma un sistema efficientissimo e soddisfacente per tutta la clientela.
Il sistema Biometrico
E' impossibile poter comperare i biglietti per 14 giorni, utilizzare tre accessi e poi rivenderli. Questo perchè quasi in tutti i parchi della Florida esiste il riconoscimento Biometrico. Una volta acquistato il biglietto, ad ogni ingresso, viene richiesto di poggiare il dito sulla piastra per poter accertare l'identità. Questo avviene nel complesso Disney, agli Universal e anche nel complesso Bush Gardens. Una volta rilevata l'impronta a SeaWorld, infatti, siamo potuti entrare senza problemi anche a Tampa, a più di 100 km di distanza.
Il Meal Deal
Un'idea vincente per poter rivalutare tutti i punti ristoro che sono carenti di affluenza è quella del Meal Deal, presente in tutti i parchi da noi visitati (ad eccezione di Disneyworld). L'idea è quella di vendere un braccialetto al prezzo di 20-30 dollari, che varrà per ricevere cibo ( e a volte bevande) in alcuni punti ristoro designati.
Il Meal Deal è strettamente personale, ma spesso questa regola non viene rispettata (si può benissimo comprare del cibo col bracciale e condividerlo fuori dal fast-food/ristorante, con altri) è qui che i parchi statunitensi peccano (o forse puntano alla buona fede dei cittadini).
E' impensabile che in Italia questo sistema venga applicato senza sgarrare questa ferrea regola su cui si impernia il guadagno del parco divertimenti.
La soluzione ideale per i parchi italiani è quella di costituire aree designate nei punti ristoro, a cui si accede solamente con il controllo del bracciale, nelle quali poter pranzare senza poter così condividere il cibo con chi non ha acquistato il "meal deal".
I cast member
Dimenticate la "filosofia del sorriso". Ho potuto osservare il comportamento degli operatori degli Universal, e penso siano addirittura più professionali dei tanto osannati membri della crew "Disney".
Quando si sale su un'attrazione incitano a dovere, oppure chiacchierano a tema ( nelle aree di Harry Potter tutti sono calati nella parte ). Al termine delle varie ride non manca mai l'applauso (soprattutto sui coaster), i ringraziamenti, i saluti davvero calorosi. Insomma qui non è un DOVERE avere a che fare con i guest, qui ci si diverte ( o almeno sembra che ci si diverta) sul serio.
Non mi soffermo infine sull'età media dei lavoratori (dai 20 ai 70 anni, non scherzo), perché potrei impelagarmi in discorsi etico-politici.
Questi sono solo alcuni aspetti che mi sono sentita di rimarcare, per dare un'idea di come le cose funzionino all'estero, spero di poter vedere in futuro anche nei nostri parchi alcuni di questi utili servizi atti alla seria considerazione di chi è un "vero ospite del parco".
Foto di Goge
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