Scheda di Fiabilandia

Focus


Fiabilandia
RECENSIONE (2003)

Percorrendo da Nord a Sud la statale Adriatica, poco dopo aver superato Rimini, in località Rivazzurra, si arriva a Fiabilandia: il primo impatto non è dei migliori, le indicazioni per raggiungere il parco (che dalla strada è quasi impossibile vedere) non sono tante, non c’è uno stradone che porta all’ingresso (assomiglia molto più ad una traversa) e il parcheggio è tutt’altro che sconfinato, rispetto a Mirabilandia o a Gardaland.
Nonostante ciò, ci troviamo di fronte a un pezzo di storia del divertimento (è nato nel lontano 1965) che nel corso degli anni, pur non riuscendo a fare il grande salto come il vicino Mirabilandia o Gardaland, è riuscito ritagliarsi uno spazio più che meritato tra le strutture di divertimento per bambini. Infatti il target principale a cui è rivolta Fiabilandia è proprio quello delle famiglie con figli piccoli, perciò gli amanti delle emozioni forti e dell’adrenalina, rimarranno decisamente delusi dall’offerta di attrazioni di questo parco.
Premesso, come doveroso, tutto ciò, andiamo alla scoperta di questo regno della fantasia: dopo aver fatto il biglietto presso una delle due casse, si varca il castello di ingresso e ci si trova davanti alla collina del Babau. Il Babau è la mascotte del parco, è simpatica e sorridente, una delle meglio riuscite che io abbia mai visto, in grado di fare invidia a molti parchi ben più quotati. Il tagliando d’ingresso va conservato perché alcune attrazioni del parco sono ad accesso limitato, nel senso che si possono fare solo due giri per ogni biglietto presentato (per questo bisogna all’ingresso dell’attrazione mostrare il biglietto che viene punzonato): questa cosa non è molto simpatica e trovo sia da abolire, ma per ora funziona così.
Come si può vedere dalla piantina (un altro piccolo capolavoro, chiara, allegra, colorata ed esauriente), il parco ha forma circolare e si sviluppa attorno ad un piccolo lago centrale solcato dall’immancabile battello bianco di legno a pale, qui chiamato Fiaby Boat.
Superato il Babau sulla sinistra troviamo l’area orientale in cui possiamo trovare due attrazioni e un self service (oltre al pontile di attracco del battello): Il lago del Sogno, Il labirinto di Fu-Ming e La Pagoda.
Il Lago del Sogno è un percorso sull’acqua fatto a bordo di convogli a forma di drago da due posti per fila: la prima parte del viaggio è all’aperto, la scenografia è decisamente scarna, si limita a qualche fiore che spruzza acqua e a qualche “ombrello” roteante (in compenso nell’acqua si possono vedere molti pesci). Poi si entra nella bocca di un grosso drago, si percorre il corpo fino a raggiungere una sala centrale dove c’è una piccola sorpresa che riscatta in parte il viaggio fino a quel punto abbastanza spoglio.
Il Labirinto di Fu-Ming è ambientato all’interno di una casa anch’essa il stile orientale ed è, appunto, un labirinto che si dipana su due piani: non è nulla di particolare, anche se la tematizzazione esterna non è fatta male.
La Pagoda è un self service che si affaccia sul lago e in cui non si mangia male (e non si spende tanto), si può trovare un po’ di coda se ci si va all’orario di apertura, ma in generale, come in tutto il resto del parco, non si fanno mai code sopra il quarto d’ora.
A destra dell’area orientale, c’è il Castello di Mago Merlino: il principio è lo stesso dei trenini fantasma del Luna Park, cambiano però l’ambientazione (è ricostruito un intero castello), il percorso più lungo e vario e le cose che si incontrano (non è tutto al buio, ci sono oggetti legato al mondo di Merlino). Tutto sommato non è male e anche se risente un po’ degli anni.
Proseguendo in senso antiorario lungo i binari del trenino (Fiabilandia Express) che corre lungo il perimetro del parco, troviamo sulla destra una piccola area tipo giardinetti pubblici con piccoli giochi e sulla sinistra una zona dedicata ai bambini con scivoli, altalene , piccole giostrine e costruzioni gonfiabili.
Poco oltre, sulla destra trovano luogo la zona più recente del parco in cui possiamo trovare il Ranger, il Jamming e il Savana Trail. Fino all’anno scorso in questa zona c’erano altre due attrazioni da luna park più rivolte ad un pubblico in cerca di “adrenalina” che però a causa dello scarso successo sono state eliminate (è rimasto solo il Ranger).
Il Jamming ha, da quest’anno, sostituito il Roller Boom (un roller coaster che si faceva a bordo di vetture da 4 posti che ruotavano su se stesse) ed è uno spinning family coaster alla portata di tutti e che sta riscuotendo un discreto successo.
Il Savana Trail è un percorso che fino all’anno scorso si percorreva a bordo di sferraglianti trenini e da quest’anno si fa a piedi: si possono ammirare animali veri, quali giraffe, cammelli, struzzi, etc. Fino al 2002 l’intera zona era abbastanza desolante, pochi alberi, gli animali stretti in un quadrato d’ombra mettevano molta tristezza, spero che le cose siano un po’ migliorate.
Di fronte al Jamming, si trova l’Exotarium, una mostra di animali esotici e serpenti, e la Giungla Molle, un’altra area dedicata allo svago dei più piccoli.
Proseguendo, si incontra il gioiellino del parco: La valle degli Gnomi, il classico bruco mela che presenta, però, una scenografia veramente “fumettosa” e colorata, una vera gioia per gli occhi e per i più piccini. Si passa all’interno di enormi mele, si costeggia un piccolo laghetto popolato di simpatici animali, si incontrano casette che sembrano uscite da Alice nel Paese delle meraviglie.
Passando oltre si vede il Palaverde (dove si tengono alcuni spettacoli) e la Ricciovisione: in tanti anni non sono mai riuscito a dare un senso a questa attrazione. Si entra all’interno di questa cupola, si sale su una piattaforma al centro e ci si aggrappa ad una maniglia restando in piedi: viene poi proiettato un filmato (senza una storia) che mostra prima l’universo (l’infinitamente grande) per arrivare fino al Dna e agli atomi (l’infinitamente piccolo). Mentre scorrono le immagini la piattaforma si muove sempre con lo stesso ritmo a destra e a sinistra, indipendentemente da ciò che in quell’istante viene proiettato. Fortunatamente dovrebbe essere rimossa per lasciare spazio ad una piccola interactive ride (sempre che il progetta vada in porto).
Vicino c’è Il Mar dei Ranocchi, una piccola piscina con cascate dove “gettare” i bambini nelle giornate calde, Il Palagiallo e i classici autoscontri sull’acqua per i più piccoli.
Da qui in poi si estende la zona Far west, la meglio curata e tematizzata di tutto il parco: è ricostruito un piccolo villaggio (Laramie City) al cui interno si può trovare la stazione del treno (l’altra è vicino all’ingresso), il saloon, la casa del contadino, la vecchia fattoria (in cui si possono ammirare veri animali da cortile) e una serie di altri edifici in cui si possono trovare negozi e il tiro al bersaglio. Di fronte alla stazione si svolge lo Stunt Show Mezzogiorno di Fuoco che però per vari motivi non ho mai visto.
Dietro il villaggio è ricostruito un fortino e un villaggio indiano (Navaho): non sarà Frontierland (Disneyland Paris), ma nel suo piccolo è una zona ben fatta e curata. Il pezzo forte della zona è La miniera d’oro: un mine train che passa attraverso un villaggio Apache, all’interno di grotte e miniere buie e sopra cascate d’acqua. Molto in piccolo e con le dovute proporzioni è sullo stile di Big Thunder Mountain dei parchi Disney, manca, però, ancora qualcosa nella tematizzazione, alcune parti del percorso sono ancora troppo spoglie.
Usciti dall’area west, troviamo i Fuoripista, un percorso a bordo di piccole jeep che si guidano davvero e che a causa della scarsa portata oraria, ha sempre un po’ di coda (ma più che sopportabile). Anche qui non c’è una particolare scenografia purtroppo, c’è solo un piccolo ruscello che si attraversa a bordo delle jeep.
Poco oltre c’è lo Scivolone Gigante, il classico scivolo coi tappeti da Luna Park. Di fronte nel lago c’è la Baia dei Pirati, dove è ricostruito il Galeone di Peter Pan e dove dall’anno prossimo dovrebbe trovare posto la ricostruzione della casa di Peter Pan. In queste acque vivono due foche vere che si esibiscono in piccoli numeri quando arriva il guardiano col mangiare.
Concludendo il giro del lago, poco prima dell’ingresso/uscita del parco, c’è la stazione del treno e la Casa degli Insetti (un luogo in cui sono messi in mostra vari insetti).
In conclusione, il parco non è di grandi pretese e ha molti difetti, ma è molto tranquillo, adatto alle famiglie con bambini piccoli che vogliono trascorrere una giornata allegra, ma senza la solita confusione e calca dei parchi maggiori. La strada che il parco sta seguendo verso una maggiore tematizzazione delle varie aree è probabilmente la migliore per consolidare il proprio target e se il progetto della interactive ride dovesse andare in porto sarebbe un gran bel passo avanti (e una vera novità all’interno del panorama italiano). La direzione è molto gentile e disponibile per qualunque informazione, basta mandare un’email a fiabilandia@fiabilandia.it.

Per ulteriori approfondimenti su Fiabilandia


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